ALTRUISMO CORAGGIO COSTANZA
la forza che ognuno di noi porta dentro e il coraggio di esserci sempre
Storia dell'Associazione
La Misericordia Val di Magra è un progetto ufficialmente nato nel 2000, per dare una nuova direzione a tutta una serie di progetti e idee, la data di fondazione ufficiale però risale al 7 Maggio 2001, con la deposizione presso l'Agenzia delle Entrate dell'Atto Costitutivo e dello Statuto. Inizialmente denominata Confraternita di Misericordia “Santa Croce” di Marinella, dato l'interesse della città di Sarzana, e di tutta la provincia verso di noi, la denominazione è stata modificata da "di Marinella" a "Val di Magra".
Per alcuni anni ci siamo limitati ad attività diciamo di contorno, come la partecipazione ai festeggiamenti del Santo Patrono di Marinella, o in aiuta alla consulta della frazione per la risoluzione di alcuni problemi di decoro.
Siamo andati avanti mantenendo la nostra presenza discreta e poco chiassosa, ma nel 2011 la catastrofe naturale che ha colpito la nostra provincia non ci ha colto impreparati, abbiamo dunque come doveroso, partecipato attivamente ai soccorsi ed agli aiuti alla popolazione colpita dalla sciagura.
La vera svolta è stata la nascita nel 2022, della Federazione Regionale delle Misericordie Liguri, che ad oggi è diventata la nostra casa e di cui siamo tra i soci fondatori, tutto questo ci ha dato la spinta che ci serviva per iniziare a dare luce a tutti i nostri progetti in cantiere, le Misericordie in Liguria, sono diventate ormai una realtà che nel territorio regionale sta crescendo di giorno in giorno, sono sempre di più le associazioni che si avvicinano al nostro movimento di volontariato.
Abbiamo ricevuto in donazione nel 2022 dalla Consorella Vallecrosia (IM), il nostro primo automezzo, una Fiat Panda automedica, poi nel 2023 la prima ambulanza, donataci dalla consorella Misericordia Fiumara (GE), che si è andata a sommare all'attrezzatura essenziale dataci in dono dalla Misericordia di Genova Centro.
Ed ecco finalmente che uno ad uno i nostri porgetti hanno iniziato a concretizzarsi, le nostre idee a prendere vita, e la nostra associazione a crescere come era giusto accadesse, i giorni passano ed i successi continuano ad arrivare, la popolazione della provincia poi, dimostra di volerci bene e di apprezzarci tutte le volte che ne capitano le condizioni.
La nascita del Movimento
La prima Misericordia, quella di Firenze, risale al 1244. La prima traccia documentale è del 1321 ed è relativa all'atto di acquisto di una casa di proprietà di Baldinuccio Adimari sita davanti al Battistero. Ancora del 1321 è una nota relativa alla "Messa per la Pace" fra guelfi e ghibellini, organizzata dai Capitani della Compagnia della Misericordia e della Compagnia del Bigallo.
Esistono poi alcuni atti e rogiti notarili, datati a partire dal 1330, nei quali la Compagnia della Misericordia risulta beneficiaria di lasciti e donazioni. Risalgono al 1361 quattro registri in cui sono riportati i nomi degli ascritti suddivisi per quartiere. In quegli anni la Compagnia è retta da otto Capitani, due per quartiere, scelti in modo tale che sei di questi appartenessero alle Arti Maggiori e due alle Minori.
Alla metà del 1300 il Comune inizia a porre "maggiore attenzione" alle Confraternite con lo scopo, non dichiarato, di gestirne il patrimonio e di indirizzarne la politica sociale. Questa linea politica venne facilitata dall'atteggiamento dei Capitani delle diverse Compagnie costantemente alla ricerca di protezione politica e di "facilitazioni" per i loro sodalizi.
Le Compagnie erano frequentemente beneficiarie di eredità e lasciti da parte di cittadini facoltosi, ma l'opposizione degli eredi naturali ostacolavano l'acquisizione spingendo i Capitani a chiedere una legislazione speciale che favorisse i propri sodalizi.
Nel 1366, la Compagnia di Orsammichele, di gran lunga più ricca fra le Compagnie fiorentine del tempo, viene costretta ad accettare la nomina dei propri camarlinghi (amministratori del patrimonio) da parte della della Repubblica.
La Riforma degli Statuti, avvenuta nel 1361 consentì alla Misericordia di Firenze di ritardare gli effetti di questa politica, ma nel 1425 viene costretta a fondersi con la Compagnia del Bigallo. Nel 1440, il nuovo sodalizio originato dalla fusione si vede imporre come proprio camarlingo quello della Compagnia di Orsanmichele che già da tempo era di nomina pubblica.
Con il XVI secolo le Compagnie vennero messe in condizioni di esprimersi soltanto nei limiti parrocchiali come Confraternite Sacramentali o come società di assistenza distanti dal popolo per essere soggetto politico autonomo. Perciò, pur registrandosi un numero elevato di Compagnie e Confraternite, non si sono sviluppati, per secoli, rapporti di reciproco contatto ma ciascuna di esse ha continuato a vivere concentrata sulla particolare forma di devozione o sul servizio alla propria comunità. L'unica forma di contatto istituzionale che sembra sopravvivere, in questi secoli, è rappresentata dalle occasioni devozionali e dai Pellegrinaggi Giubilari.
Su questo fronte, a partire dal XVI secolo, le diverse Confraternite cominciarono a stabilire forme di reciproca associazione in modo da "lucrare le indulgenze" di cui erano beneficiarie. In Toscana, la politica dei Medici, inaugurata nel 1490 con la ricostituzione della Misericordia di Firenze, produce la progressiva trasformazione degli antichi sodalizi in "nuove" Confraternite di Misericordia.
Il 21 marzo 1785 viene emanato il Decreto di soppressione delle Confraternite Laicali da Pietro Leopoldo I di Lorena su ispirazione di Scipione de' Ricci, Vescovo, scismatico e giansenista, di Pistoia. Dal 1790, con il granduca Ferdinando III, le Confraternite vengono autorizzate a riprendere la loro attività seppure in modo condizionato.
Poiché la Misericordia di Firenze era stata esentata dagli effetti del Decreto dell'85, molte delle Confraternite ricostituite dopo il 1790 trovarono opportuno affiliarsi alla Misericordia fiorentina. All'affiliazione reciproca per motivi devozionali, sviluppatasi nei secoli precedenti, si aggiunge, così, nel XIX secolo, il fenomeno della affiliazione alla Misericordia fiorentina promosso da fini politici.
Successivamente, con l'Unità d'Italia e la capitale a Roma, fra le Misericordie politicamente più attente emerge la necessità di dare vita ad un organismo superiore, rappresentativo delle istanze locali e delle tradizioni dell'intero movimento, a cui demandare la conduzione del dialogo con il Governo centrale.
Nel 1899 si riuniscono a Pistoia i rappresentanti di 40 Confraternite e danno vita alla Federazione trasformata, poi, in "Confederazione" nel 1947.
I confratelli nella storia.
I primi Confratelli della Misericordia avevano una divisa di servizio molto diversa da quella attuale, la divisa meglio identificata come Veste storica, era originariamente di colore rosso, Il rosso era un richiamo simbolico e stava a significare che le Opere di Misericordia compiute da chi la indossava, erano ispirate dallo Spirito Santo, unico segno distintivo fra i Confratelli era la medaglia con il simbolo della croce latina fra le lettere gotiche F e M indossata dai Capitani in carica.
Nel 1495 la Veste si trasforma e assume il colore nero in segno di penitenza e viene introdotto l’utilizzo della Cappa, chiamata anche “Buffa”.
Alcune Confraternite, di antica origine, che si dedicavano anche all’assistenza dei pellegrini diretti a Roma aggiungono alla Veste un “sanrocchino” (un pezzo di pelle nera di forma circolare che serve per proteggersi dalla pioggia e per trasportare meglio i pesi sulle spalle).
La semplicità della foggia era necessaria affinché i Confratelli fossero visivamente tutti uguali fra loro senza distinzione di censo o di origine.
Questa completa copertura del corpo (il cappuccio, i guanti e le ghette) erano necessari anche per garantire l’anonimato del soccorritore. La persona soccorsa non doveva sapere chi l’aveva aiutata, nel rispetto del principio evangelico che guida ancor oggi il Movimento: “non sappia la tua sinistra quello che fa la tua destra”.
Anche i mezzi di trasporto si sono evoluti nel tempo, inizialmente gli infermi venivano trasportati con gerle o zane (ceste di forma leggermente ovale, fatte di sottili stecche d’ontano o d’altro legno intrecciate che venivano trasportate sulla schiena), poi in lettighe (simili alle attuali barelle), e successivamente in mezzi trainati da cavalli e poi vetture.
Dalla seconda metà del XIX secolo, per partecipare alle manifestazioni pubbliche, in alternanza alla Veste Storica, incominciò a entrare in uso una fascia con la denominazione e lo stemma della Confraternita, ornata con righi d’oro o d’argento per i Capi Guardia e per i rappresentanti della Confraternita, da indossarsi al braccio sopra gli abiti civili di colore scuro, preferibilmente neri.
Le prime divise di servizio delle Confraternite comparvero negli anni 20 del XX secolo, divennero progressivamente abiti più funzionali fino ad arrivare all’odierna divisa giallo-ciano.